martedì 22 febbraio 2011

INCHIESTA DEGRADO

Da moderno shopping a discarica metropolitana

Recinzioni piene di ruggine, impalcature pericolanti, detriti e sporcizia sparsi un po’ ovunque tra le piante e l’erbaccia incolta. A vederli così non si direbbe che, non più tardi di quindici anni fa, quegli edifici immobili e abbandonati racchiudessero il cuore pulsante del primo centro commerciale costruito in Toscana. Pratilia è abbandonata a sé stessa

Prato, 28 aprile 2009 - Recinzioni piene di ruggine, impalcature pericolanti, detriti e sporcizia sparsi un po’ ovunque tra le piante e l’erbaccia incolta. A vederli così non si direbbe che, non più tardi di quindici anni fa, quegli edifici immobili e abbandonati racchiudessero il cuore pulsante del primo centro commerciale costruito in Toscana. Pratilia è abbandonata a sé stessa: di quei negozi e di quei corridoi che per anni fecero la gioia e lo stupore di tante famiglie adesso resta soltanto il fantasma sbiadito. Le saracinesche sono abbassate e sigillate, per impedire ai vandali di farne ulteriore scempio o di utilizzarli come dormitorio. I tre piani fuori terra del complesso, che prima pullulavano di vita e di colore, sono diventati l’alcova preferita di topi e piccioni, gli unici a trovarsi a proprio agio tra i cumuli di sporcizia, le mura diroccate e le vetrate irrimediabilmente distrutte in mille pezzi dall’usura del tempo e dagli agenti atmosferici.
A stento si riesce ancora ad intravedere la vecchia insegna della Standa e degli esercizi commerciali che per primi si affacciavano sul parcheggio adiacente alla declassata: parcheggio ormai praticamente inutilizzato, meta abituale di coppiette in cerca di intimità notturna. Anche camminare sul marciapiede lungo l’agglomerato diventa difficoltoso a causa dei rami sporgenti delle piante, lasciati liberi di crescere e moltiplicarsi a dismisura, e per la massa di bottiglie e foglie secche sparse lungo la via. Impossibile accedere al parcheggio sotterraneo, che tanto fece parlare di sé negli anni ’70, al momento dell’inaugurazione, perché soluzione architettonica inusuale per i tempi. Forse meglio così, visto l’ampio stato di decadenza delle zone visibili ad occhio nudo. Se ai più giovani si dicesse che Pratilia fu 'la madre' dei Gigli, e di tutti gli altri centri commerciali nati e cresciuti successivamente, sarebbe facile aspettarsi un sorriso incredulo, vista la situazione attuale. Invece il complesso commerciale fece subito parlare di sé per la forma avveniristica e moderna e per l’idea di racchiudere tantissime attività diverse nel medesimo luogo.
Il centro comprendeva un centinaio di negozi, un paio di supermercati Superal, la Standa, un negozio di animali, negozi di abbigliamento Stefan, un calzolaio, una piscina e dei campi da tennis sul tetto, oltre ad un Tennis Club e a una discoteca. Già, anche una discoteca: il mitico 'Joy Jo' (poi diventato Pacha), locale dove tanti pratesi hanno trascorso i loro primi pomeriggi e le loro prime serate in cerca di emozioni. Molti si sono anche conosciuti e innamorati al 'Joy Jo', si sono scambiati il primo bacio e le prime effusioni lontano dagli occhi indiscreti dei genitori. Tutto sotto la protezione vigile della buona vecchia 'Pratilia'. Adesso il 'Joy Jo' esiste solo nei ricordi di chi lo ha vissuto: il lato meno in vista del vecchio centro commerciale (quello dove prima c’erano gli uffici amministrativi, le poste e la scuola di estetica 'Harmony') è infatti, se possibile, ancora più desolante rispetto al marrone sbiadito degli edifici che dominano il nuovo sottopasso della tangenziale sul lato opposto.

Le luminose vetrate sono state letteralmente fatte a pezzi: di loro restano gli ammassi di vetri e calcinacci sparsi un po’ ovunque sulle scalinate, insieme con i rifiuti e con i resti organici degli abituali frequentatori notturni, che sembrano aver adibito questi vecchi locali a dormitorio e bagno pubblico. La puzza è veramente insostenibile: il rischio di fare brutti incontri anche, nonostante siano solo le tre del pomeriggio. Valige, cartacce, lattine e bottiglie di birra; addirittura una cassetta per la scopa, una valigia e un box da neonato. Un residence per clochard in piena regola; un campeggio con tanto di bagno in comune e letto improvvisato sul cartongesso staccato dalle pareti. Fa strano pensare che anche Roberto Benigni nel 1977 decise di girare parte delle scene del suo film d’esordio, “Berlinguer ti voglio bene”, a Pratilia, mentre era in costruzione: evidentemente la sorte, nel tempo, ha dato all’uno tutto quello che nel frattempo ha tolto all’altro. E il futuro? Sulla carta c’è. Il progetto Esselunga per un centro commerciale (supermercato più negozi) con una torre che dovrebbe fare il paio con quella che chissà se un giorno sorgerà nell’area ex Banci. Possibile partenza del cantiere a fine anno.

Leonardo Montaleni


Articolo apparso su La Nazione Del 28 Aprile 2009

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